Fuori Sede e molto di più

La definizione di "fuorisede" è chiara e coincisa:
"dicesi fuorisede chi si trova lontano dal proprio domicilio per studio o lavoro".
Cosa c'è dietro, in realtà, al "trovarsi lontano", non lo dice nessuno.

Tutto nasce da una domanda:

Cosa vuoi fare da grande?

Questa, se si viene da un piccolo paesino di provincia, nord o sud non importa, porterà inevitabilmente a chiedersi..
"e se partissi?"
Già, perchè la possibilità di sognare in grande, restando nel piccolo, è un po' rara.
Allora si valutano i pro e i contro, e si vengono a creare due gruppi di persone:
- chi rimane vicino alla famiglia, temendo la distanza dai posti conosciuti, sicuri, dai piatti di mamma, dal cane, dal fidanzato..
- chi non aspettava altro: l'opportunità di reinventarsi, nuove strade, nuova casa, nuove scelte..

Scegliere di partire, vuol dire scommettere su se stessi e forse non tutti sono pronti. Forse nemmeno chi lo fa, è pronto.
Cercare casa, vivere con gente sconosciuta, fare i conti con le bollette, le lezioni, il lavoro, la spesa, le riunioni, gli esami..la differenza sta nella faccia tosta di partire comunque.
Si parte ragazzini e si arriva "Fuori Sede".
Ci si sveglia una mattina e si è disorientati. Col tutone a mò di pigiama si vaga spaesati verso la cucina, alla ricerca di qualche forma di caffeina..
ed è lì, già vestito o ridotto peggio di noi, che ci aspetto il coinquilino.

Guida alla convivenza: i coinquilini

Esseri mitologi, un po' scimmie e un po' persone: i coinquilini sono la famiglia che ti ritrovi.
Alcuni si odiano, altri si amano, tutti pagano l'affitto e puliscono.. chi più chi meno.
Ecco, nella definizione di fuorisede, si dovrebbero includere anche loro. All'inizio sembra tutto forzato, magari sbraiti al telefono in dialetto e lui ti guarda, affascinato e spaventato, non sapendo se ridere o scappare.
Oppure sta lì a giudicare quante volte ti lavi o quanto mangi.. ne esiste di gente strana eh.
Quel che dovrebbero dire, sui coinquilini, è che: non sono obbligati ad esserti amici, lo scelgono.
E' una scelta venirti a prendere, ubriaca marcia, dopo una serata coi colleghi, lasciarti le sigarette quando non le hai, prestarti la maglia che ti piace tanto, ascoltare canzoni depresse in una valle di lacrime dopo l'ennesima delusione..
E chi l'avrebbe detto, ti mancano pure quando torni a casa!
Eppure, questo processo naturale spesso è la preoccupazione più grande:

come farò amicizia?

Le amicizie a cui si è abituati, costruite tra i banchi, non esistono più.
Ci sono centinaia di persone che frequentano decine di classi diverse ogni giorno. Ma, senza rendersene conto, le si incontra tutte:
in pausa alle macchinette, chiedendo un'accendino, indicazioni per i bus, corsi, esami..
Certo, la maggior parte sono sanguisughe assetate di appunti;
quelli che si salvano,invece, saranno i peggiori migliori amici della storia: pronti a non farti studiare nemmeno una pagina ma a bere ogni spritz che gli proporrai!
Credo che la qualità delle amicizie fatte all'università si misuri col tasso alcolemico.. o forse è l'alcol ad aver creato le amicizie?
Sì, l'alcol può riempire la pancia.. ma quanto manca mamma!

Come vivere lontani da mamma?

Dopo l'iniziale ed illusorio approccio all'arte culinaria, terminato con il pentolino del latte in fiamme, si è adottata la filosofia di vita per la quale i giorni si contano in scatolette di tonno.
Si okay, non è masterchef ma ci si arrangia finche non si torna alla tavola di mamma. Belli i tempi speranzosi in cui ogni telefonata era:
"come si fa la lavatrice?"
"come si fa la pasta al forno?"
..ne sono passate di scatolette di tonno da allora! Si, sono passate, come gli esami, la spesa, le bollette..
Senza rendercene conto, forse, scopriamo di riuscire a fare tutto; non benissimo, ma comunque è un risultato.
Ma diventare autonomi sembra un traguardo irrangiungibile, soprattutto quando ritorni a casa per le vacanze. Avviene un fenomeno che smentisce la teoria Darwiniana: regrediamo allo stato embrionale!

Cosa succede quando si parte?

Abbastanza adulti per bere di tutto, pagare le bollette, dare esami e trovarsi qualche lavoretto: i fuorisede sanno ormai camminare sulle proprie gambe.
Essere indipendenti dà alla testa; cenare con un barattolo di Nutella o non farlo affatto, rincasare a qualsiasi ora della notte, lasciare camera sottosopra, studiare o non studiare in base a cosa ci dice la testa.. la tanto agognata libertà, che si sognava da ragazzini, finalmente è arrivata!
I primi mesi vanno benissimo, perfino nostro padre è stupito di come non abbiamo ancora dato fuoco all'appartamento. Ciò, tuttavia, dura fino alle prime vacanze: si ritorna giù.
Cosa succeda sull'aero è un mistero, si sale adulti e si atterra bambini.
"ho sete, ho fame, mi porti questo? mi annoio, fai tu il letto? mi lavi il pigiama?" e cosi via.
Si, perchè essere grandi è bello, ma il ragù di nonna di più! La situazione peggiora quando ci rendiamo conto che ci erano mancate le stradine di paese, i parenti impiccioni, i peluche..
perfino gli "a che ora sei tornata?!"..ok, forse quelli no.
Ma l'aereo prima o poi riparte, e non saremo meno pronti per qualche abbraccio in più o meno adulti solo perchè ci manca casa.
Alla fine fa parte del pacchetto, e dovrebbero scriverlo:
"Dicesi f. chi, per studio o lavoro, si trova lontano da casa.. nonostante la paura.
Crescendo e cambiando la proprio vita, conoscendo coinquilini, amici, se stessi.. Tutto diverso, ma casa rimarrà sempre una."

Torna al blog

Lezioni online