La quarantena dei fuorisede

Nella pandemia globale il mondo si divide. No, non tra chi fa palestra in casa e chi mangia per tutti e due.
La scissione si crea davanti a una scena nota a tutti: Milano, stazione centrale. Valige, corse, persone di ogni provenienza, età, sesso..
e un solo treno, l'ultimo. Qui nascono due categorie:
- chi chiude la valigia e corre
- chi gli urla "Coglionii".

Quando la scena si esaurisce e le urla cadono nel silenzio, la veemenza dei primi giorni lascia il posto ad un generale... e mò?

Come reagire al lockdown?

I sani principi e la razionalità di chi è rimasto fermo, cominciano a scemare; soprattutto quando senti mamma preoccupata e realizzi che, forse, i coglioni un po' li invidi.
Questi, da parte loro, non se la passano meglio: gli sguardi dei vicini e compaesani, li decretano untori di noi altri.
E se la stanchezza di 10h di treno, l'isolamento, l'odio collettivo e la preoccupazione per il contagio non fossero abbastanza, si aggiunge l'ansia per tutto quello lasciato "sù", pensando che "tanto sono solo 2 settimane, no?"

Come sopravvivere alla quarantena da fuorisede?

Con la stessa sensazione di quando ti chiedono una pausa, in cuor proprio tutti sapevano che non sarebbero state due settimane. E il far finta del contrario, la dice lunga su quanto i fuorisede siano bravi a raccontersela.
In fondo, ci sono anni di esami preparati all'ultimo alle spalle, è ormai chiaro che siamo dei sognatori illusi.
Purtroppo, più che un sogno è un incubo. Un incubo con pile e angoscia, pigiami cuciti sulla pelle e telegiornali nelle orecchie.
Le prime settimane creano una comunità di zombie: tutti gli studenti sono congelati in un eterna domenica sera, con l'ansia per un lunedi che non arriva.
Poi succede, un giorno, che non esistono più domeniche e lunedi. Esiste solo un unico giorno: Domani.
Non sarà un "Martedì" a farci iniziare la dieta in ritardo, o peggio, a studiare. Nè un giovedì a farci fare la spesa. Solo tanti "domani" da programmare.
Per chi non giace apatica-mente guardando Netflix dal 9 Marzo, forse questa quarantena ci sta regalando opportunità nuove e diverse.
Come un infinito periodo di prova di qualsiasi cosa: abitudini, hobby, metodo di studio, app, frangetta..
Tuttavia, come la sociologia sostiene da secoli, è il contatto sociale a fare l'uomo. Ecco quindi che, da più di un mese, si è inaugurato: lo zoo dei disperati

Come non affrontare la quarantena

Nelle nostre costose gabbie, come solo un appartamento per fuorisede, può essere, ci troviamo affacciati ad ululare attraverso le sbarre. Ed ecco che, se qualcuno ci vedesse tutti in quel momento, il catalogo evoluzionistico sarebbe completo:

- Chi fa la verticale per affacciarsi alla vita: gli sportivi.

L'ansia fa bruciare calorire. No? No, ecco perchè ci sono loro: workout, circuiti, cibi fitness e allenamenti in diretta. Per fortuna stanno in quarantena, immaginate la puzza di sudore altrimenti?

- Ferragnez dei poveri: cantanti in diretta.

Una moda di 10 giorni ha fatto scoprire talenti e passioni assopite, che forse era meglio restassero tali. Diciamo che ormai, sentire il vicino che urla, manco fosse il soprano dell'opera alla scala, "Ce la faremo" , ha rotto i... balconi.
Si, i balconi. Perchè non si affaccia più nessuno.

- Bipolarismo cronico

Che siano rimasti o partiti, non importa. Le loro giornate sono scandite da un "Mi manca stare a casa" ma "No, chi lo sopporta mio padre che polemizza ad ogni tg", eppure "non vedo l'ora di tornare in università" anche se "che palle, non potrò più mettere muto". Così, all'infinito.
In realtà non è una categoria molto stabile: in fondo tutti siamo un po' bipolari!

- Masterchef da quarantena: una sfida sociale.

Si, perchè gli amanti della cucina oggi non lo sono davvero. E' un tentativo disperato per finire tutto il prima possibile cosi da poter uscire di nuovo. Tenendo conto che il badget è sempre quello da fuorisede, ossia poco più di una confezione di tonno e un pacco di riso.
Spoiler: a fine quarantena cambieranno categoria..

- Disperati, quelli doc.

Quelli che fanno un po' di tutto: bookclub, dirette, puliscono, tiktok, cantano, perfino studiano.. Loro fanno tutto, e niente. Sono quelli che si sono iscritti a qualsiasi iniziativa, webinar, challange, corso gratuito offerto in questo periodo. Quanti ne seguono in realtà? serve dirlo?
Dovrebbero solo ammettere che non c'è nulla di male nel non voler far nulla

- Vite al limite: quarantena edition.

Letto-divano-letto. Questo è l'unico percorso che fanno. No, nemmeno il frigo: avranno trovato un modo per farsi portare il cibo fin sul divano, o per spostare il divano accanto al frigo. Non sono mica stupidi, solo pigri..
Ogni tanto, guardando la produttività degli altri, vengono assaliti dai sensi di colpa, ma nulla di grave: l'indomani continueranno con la solita routine.
Tutto perfetto finchè per noia non decideranno di togliersi la tuta e andare a fare la spesa coi jeans, senza riuscire ad entrarci.
Prequel:guarda due categorie sopra.

- Non-categoria: apatici.

"tanto non sarò mai in queste categorie". E invece no. Sono quelli che non fanno assolutamente nulla, non cucinano, non mangiano eccessivamente, non piagnucolano con mamma e sicuramente non fanno workout. Per lo più girano per casa e quando qualcuno gli mette ansia si limitano ad un "eh si, passerà tranquillo".


Gira voce che esista una categoria mistica, composta da figure misteriose che nessuno conosce davvero: chi studia.
Già, sembra assurdo, eppure c'è chi la mattina si sveglia e non sapendo che fare studia.
Quella cosa che si fa coi libri, evidenziatori, appunti.. ossia ciò che la maggior parte dei "coglioni", sopra citati, ha "accidentalmente" lasciato sù.

Uscire dalla quarantena uniti: fratelli d'ansia

Dalle dispute iniziali, oggi, rimane una sensazione comune. Qualcosa che si fa spazio nella nostra testa a suon di
"e dopo? che fine farai? che studi a fare questa cosa? ma potrai tornare alla tua vita?"
E' qualcosa di comune, e riconoscerla come tale le toglie potere. Le cose normali non fanno paura, giusto? le cose normali si affrontano da una vita..
certo, dopo averle ignorate giusto il tempo di qualche serie Netflix.
Ma infondo, che tu esca da questa quarantena con gli addominali, parlando il russo, o con 15 kg in più, ciò che importa è che ne uscirai.
E accanto a te troverai qualcuno con la stessa nube negli occhi, e sarà tuo fratello. No, non d'Italia, che ormai ci si crede poco.
Fratelli d'ansia, con un inno che si spera non verrà mai cantato dai balconi, ma magari da ubriachi, ai concerti!


Leggi anche:
"Fase 2: libera uscita all'ansia"
scopri di più!

Pacco da giù

Sfighe dei fuorisede